Procedura di Valutazione comparativa ad un posto di Professore Associato Presso la Facolta' di Lingue e Letterature Straniere Settore L-LIN/05 “Letteratura Spagnola”. Pubblicato sulla Gazzetta n. 35 del 09/05/2006

 

VERBALE TERZA SEDUTA

 

 

La Commissione costituita per il concorso di cui in premessa con D.R. n. 1140 del 31/10/2006 e pubblicata su G.U. n. 86 Serie Speciale – Concorsi ed Esami del 10/11/2006, e composta dai seguenti professori:

 

Prof.    GARGANO Antonio                          Presidente

Prof.    ORAZI Veronica                                Segretario

Prof.    ANTONUCCI Fausta                        Commissario

Prof.    LONDERO Eleanor    Liliana              Commissario

Prof.    PRESOTTO Marco                            Commissario

 

 

 

si è riunita presso la sede del Rettorato dell’Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti - Pescara il giorno 16/04/2007 alle ore 9,30.

 

La Commissione, sulla base dei criteri già deliberati nel verbale preliminare, esprime su ognuno dei candidati i seguenti giudizi individuali:

 

 

 

Candidata PASTORE Stefania

 

Profilo curriculare:

La candidata si è laureata e poi addottorata in Storia Moderna presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, con lavori che vertono entrambi sul tema della “otra Inquisición”. è stata borsista presso l’Università Complutense di Madrid (1996-97 e 2000), la University of Wisconsin-Madison (2002), la Newberry Library di Chicago (2002). Ha usufruito di una borsa di studio annuale della Fondazione Firpo di Torino (2001); ha ottenuto una Lila Wallace fellowship presso Villa I Tatti - Center for Italian Renaissance Studies dell’Università di Harvard (2003-2004); usufruisce attualmente di una borsa post-dottorato dell’Istituto di Scienze Umane di Firenze. Dall’a.a. 2004-2005 è professore a contratto di Letteratura spagnola presso la Facoltà di Scienze Umanistiche dell’Università La Sapienza di Roma, e collabora con la cattedra di Storia Moderna della Facoltà di Lettere della stessa Università.

 

Giudizio del commissario prof. Antonio GARGANO:

Le 10 pubblicazioni che la dott.ssa Stefania Pastore ha presentato ai fini della valutazione comparativa sono di taglio storico e sono, per lo più incentrate sulla storia dell’Inquisizione spagnola. In particolare, il ricco volume intitolato Il Vangelo e la spada (2003) è un’articolata ricerca sull’attività dell’Inquisizione dalla seconda metà del ‘400 a tutto il ‘500. Anche il posteriore volume su Un’eresia spagnola (2004) contribuisce alla ricostruzione della storia religiosa e spirituale spagnola tra ‘400 e ‘500, affrontando le problematiche del rapporto con l’elemento semitico, l’alumbradismo e l’Inquisizione, e considerando alcune figure di rilievo nell’ambito della storia religiosa spagnola. Le restanti pubblicazioni sono approfondimenti di più specifiche problematiche relative all’attività e alla storia dell’Inquisizione, come il rapporto tra i gesuiti e i conversos, quelli tra i vescovi e gli inquisitori, ecc. Il volumetto Dalla Spagna delle tre culture all’Inquisizione è una raccolta di testi letterari spagnoli, priva di studio introduttivo e corredata di poche note di nessun interesse scientifico.

Gli studi presentati dalla dott.ssa Stefania Pastore, pur essendo apprezzabili in ambito storico, mostrano una totale estraneità alle metodologie della ricerca filologica, linguistica e critico-lettraria.

 

Giudizio del commissario prof. Marco PRESOTTO:

La candidata presenta due imponenti monografie ed altri titoli pubblicati all'interno di riviste di riconosciuto prestigio internazionale; tuttavia, tali pubblicazioni appartengono ad ambiti di ricerca di storia della cultura spagnola, con particolare attenzione alla storia dell'Inquisizione, e non trattano, se non in maniera marginale e comunque non apprezzabile, argomenti di tipo letterario, linguistico o filologico. Pur trattandosi di studi che danno conto sicuramente di un lungo percorso di ricerca e dell'acquisizione di importanti competenze scientifiche, non rientrano, a mio avviso, nell'ambito disciplinare del presente concorso. L'unico titolo specifico, "Dalla Spagna delle tre culture all'Inquisizione" è costituito da un'antologia di testi letterari e critici ad uso universitario, con brevi indicazioni bibliografiche per un primo approfondimento, ma non è valutabile un contributo scientifico della candidata al suo interno.

Pur apprezzando l'importante mole di risultati a cui Stefania Pastore è sicuramente giunta, ritengo che la candidata non abbia un profilo scientifico adeguato alla presente valutazione comparativa.

 

Giudizio del commissario prof. Fausta ANTONUCCI:

La candidata presenta dieci titoli che vertono tutti sulla storia religiosa della Spagna del XVI secolo, con attenzione prevalente alla storia dell’Inquisizione e alle opinioni da essa suscitate fra i suoi contemporanei. Particolare rilievo assumono in questo contesto le due monografie Il vangelo e la spada (2003) e Un’eresia spagnola: spiritualità conversa, alumbradismo e Inquisizione (2004), che, per originalità e ponderosità, dimostrano la solida preparazione storiografica della candidata; tuttavia, pur presentandosi come contributi indubbiamente originali e meritevoli, non appaiono valutabili nel contesto di un concorso bandito per il settore scientifico-disciplinare di letteratura spagnola, in quanto non trattano opere o tematiche di interesse filologico o critico-letterario. L’unica pubblicazione pertinente con il settore scientifico-disciplinare per il quale è bandito il concorso è Dalla Spagna delle tre culture all’Inquisizione (2005), che è tuttavia un’antologia di brani letterari e storiografici che riflettono in varia misura il problema della coesistenza delle tre culture religiose nella Penisola e, poi, dell’Inquisizione; come tale, non ha nessun carattere di originalità scientifica e non appare quindi valutabile ai fini del concorso.

 

Giudizio del commissario prof. Eleanor Liliana LONDERO:

La candidata presenta lavori di indubbio interesse ma centrati su tematiche non riguardanti l'area degli studi letterari spagnoli. L'unico contributo che potrebbe riguardare marginalmente l'ambito letterario è il volumetto "Dalla Spagna delle tre culture all'Inquisizione", che però è costituito essenzialmente da una breve antologia con alcune note, che non apporta un contributo scientifico apprezzabile. La candidata dimostra un'evidente maturità nell'ambito delle sue ricerche, che però hanno poca attinenza con il settore disciplinare oggetto del presente concorso.

 

Giudizio del commissario prof. Veronica ORAZI:

                La candidata presenta 10 pubblicazioni (2 libri, 1 antologia, 7 articoli) di argomento storico, testimonianza di un forte interesse per il fenomeno inquisitoriale nella Spagna dei secc. XV-XVI, il cui studio viene inquadrato in maniera rigorosa e approfondita, seppure secondo un taglio eminentemente storiografico. Sia l’impianto investigativo che la metodologia utilizzata rimandano all’ambito scientifico della storia, più che a quello dell’analisi critico-letteraria, filologica e linguistica dei testi. L’antologia raccoglie passi di opere del panorama letterario spagnolo, ma l’assunzione di edizioni note, l’assenza di commento e di annotazione ne svelano la natura e le finalità esclusivamente divulgative, da cui non emergono contributi originali. Le pubblicazioni prodotte dalla candidata non sono quindi utili ai fini della presente valutazione comparativa e sono piuttosto afferenti ad altro settore disciplinare.

 

Conclusa l’enunciazione dei giudizi individuali dei cinque Commissari, il Presidente apre la discussione in esito alla quale la Commissione perviene alla formulazione, all’unanimità, del seguente giudizio collegiale relativo alla candidata dott.ssa PASTORE Stefania:

 

La candidata presenta 10 pubblicazioni (2 libri, 1 antologia, 7 articoli) di argomento storico, testimonianza di un forte interesse per il fenomeno inquisitoriale nella Spagna dei secc. XV-XVI, il cui studio viene inquadrato in maniera rigorosa e approfondita, seppure secondo un taglio eminentemente storiografico.

In particolare, il ricco volume intitolato Il Vangelo e la spada (2003) è un’articolata ricerca sull’attività dell’Inquisizione dalla seconda metà del ‘400 a tutto il ‘500. Anche il posteriore volume su Un’eresia spagnola (2004) contribuisce alla ricostruzione della storia religiosa e spirituale spagnola tra ‘400 e ‘500, affrontando le problematiche del rapporto con l’elemento semitico, l’alumbradismo e l’Inquisizione, e considerando alcune figure di rilievo nell’ambito della storia religiosa spagnola. Le restanti pubblicazioni sono approfondimenti di più specifiche problematiche relative all’attività e alla storia dell’Inquisizione, come il rapporto tra i gesuiti e i conversos, quelli tra i vescovi e gli inquisitori, ecc.

L’unica pubblicazione pertinente con il settore scientifico-disciplinare per il quale è bandito il concorso è Dalla Spagna delle tre culture all’Inquisizione (2005), che è tuttavia un’antologia di brani letterari e storiografici che riflettono in varia misura il problema della coesistenza delle tre culture religiose nella Penisola e, poi, dell’Inquisizione; come tale, non ha nessun carattere di originalità scientifica e non appare quindi valutabile ai fini del concorso.

Gli studi presentati dalla dott.ssa Stefania Pastore, pur essendo apprezzabili in ambito storico, mostrano una totale estraneità alle metodologie della ricerca filologica, linguistica e critico-lettraria.

 

 

Candidato RUBIO ARQUEZ Marcial

 

Profilo curriculare:

 

                Il dott. Marcial Rubio Arquez, laureato in Filologia Ispanica presso l’Universidad Complutense di Madrid, ha ottenuto nel 2001 il titolo di Dottore di ricerca in Filologia Ispanica presso il medesimo Ateneo.

                Dal 1992 al 1995 ha svolto, in Spagna, attività di collaboratore scientifico del progetto di ricerca finalizzato alla realizzazione di un Catálogo de los pliegos sueltos poéticos del siglo XVII, finanziato dal Ministerio de Educación y Ciencia spagnolo. Negli anni 1993-1996, è stato ricercatore contrattato presso la Real Academia de la Lengua Española, dove ha svolto attività nel campo della lessicografia spagnola.

                Trasferitosi in Italia, dal 1998 al 2002 è stato Collaboratore ed esperto linguistico di lingua spagnola presso l’Università di Napoli Federico II. Nel 2002, è risultato vincitore di un posto di ricercatore di Lingua e letteratura spagnola presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Ateneo fridericiano, dove dal 2002 ad oggi è stato affidatario di corsi di lingua e di letteratura spagnola presso il Corso di laurea in Lingue, culture e letterature moderne europee e presso il Corso di laurea specialistica in Lingue e letterature moderne europee. Nel 2005, ha ottenuto la conferma come ricercatore di Lingua spagnola. Dal 2001 ad oggi, ha svolto anche attività di docente di Letteratura spagnola, in qualità di professore contrattato, presso l’Università di Napoli “S. Orsola Benincasa”.

                Negli anni 2002-2004, ha partecipato all’Unità di ricerca “La tradizione lirica nella penisola iberica tra Quattro e Cinquecento”, inserita nel Programma di Ricerca Scientifica di Rilevante Interesse Nazionale su “La tradizione del testo letterario in area iberica”, coordinata dal prof. G. Caravaggi.

 

Giudizio del commissario prof. Antonio GARGANO:

                Dalle dieci pubblicazioni che il dott. Rubio Arquez ha presentato ai fini della valutazione comparativa, si evince un notevole, proficuo e costante impegno di ricerca nell’ambito degli studi sulla letteratura spagnola dei secoli XV-XVII, con risultati di particolare rilievo scientifico nel settore dell’edizione di testi letterari relativi al periodo specificato. In particolare, il dott. Rubio Arquez è autore dell’edizione della traduzione castigliana quattrocentesca del Teseida boccacciano (in collaborazione con V. Campo; il candidato è autore delle pp. 16-23 e 28-45 dell’Introducción, nonché delle pp. 140-207 dell’edizione dell’opera, le sole che vengono considerate ai fini della valutazione comparativa), condotta sui due mss. conservati presso la Biblioteca Nacional de Madrid, di cui risulta dimostrata la discendenza del ms. 7553 (B) dal ms. 1537 (A). Con l’edizione del Diálogo intitulado El Capón di F. Narváez de Velilla, databile nell’ultimo decennio del XVI secolo, il dott. Rubio Arquez (in collaborazione con V. Infantes; il candidato è autore delle pp. 29-42 del Prólogo e delle pp. 51-59 e 92-123 dell’edizione dell’opera, le sole che vengono considerate ai fini della valutazione comparativa) recupera un testo significativo per i rapporti che, nel sistema dei generi letterari dell’epoca, instaura col dialogo e con la picaresca, come il candidato mostra con perspicuità nelle citate pp. 29-42 del Prólogo. Il dott. Rubio Arquez dimostra di aver raggiunto il pieno controllo degli strumenti ecdotici e un’adeguata conoscenza delle complesse tematiche relative alla tradizione poetica spagnola, nell’edizione da lui preparata del Cancionero de Juan Escobedo, conservato nel ms. 330 della Biblioteca de la Real Academia Española, frutto di non pochi anni di studio e di applicazione. Il volume, oltre allo studio introduttivo, è corredato da una serie di apparati: “Notas” (pp. 193-326), “Relaciones con otras fuentes manuscritas e impresas” (pp. 327-375), “Relaciones de fuentes manuscritas” (pp. 377-390) e di indici, che ne fanno uno strumento di lavoro assai prezioso nell’ambito della ricerca sulla poesia spagnola della seconda metà del Cinquecento.

                La vasta e approfondita competenza che il candidato ha acquisito nel settore degli studi sulla poesia spagnola in epoca moderna è ulteriormente testimoniata dai contributi sul genere parodico, a proposito del “Pleito del Manto” nel Cancionero General, sul componimento di Hernando de Acuña, e sui due canzonieri di Manuel de Palacio e del Duca d’Alba.

                L’interesse del candidato per la ricerca bibliografica in ambito letterario è attestata dalla realizzazione del Catálogo de los pliegos sueltos poéticos del siglo XVII de la biblioteca de A. Rodríguez Moñino (in collaborazione con V. Campo e V. Infantes; al solo candidato si deve l’allestimento delle schede relative ai nn. 23-34 del catalogo) e dell’esteso studio bibliografico sulla Segunda Parte del Guzmán di M. Luján de Sayavedra.

                L’impegno di natura comparatistica nell’ambito delle relazioni tra le letterature italiana e spagnola, già mostrata dal dott. Rubio Arquez in occasione della menzionata edizione della traduzione castigliana quattrocentesca del Teseida boccacciano, ha avuto una più recente applicazione nel contributo che il candidato ha dedicato all’influenza di Traiano Boccalini nel Criticón di Gracián.

                In conclusione, il dott. M. Rubio Arquez dimostra di aver acquisito una assai solida formazione nell’ambito degli studi di filologia ispanica, di aver conseguito una prolungata esperienza docente di lingua e letteratura spagnola, di aver contribuito all’ambito degli studi di letteratura spagnola con ricerche originali su opere e autori letterari dei secoli XV-XVII, nelle quali ha dato prova di padroneggiare con sicurezza le metodologie della ricerca filologica, storico-linguistica e critico-letteraria.

 

Giudizio del commissario prof. Marco PRESOTTO

Il candidato presenta pubblicazioni relative principalmente alla produzione letteraria spagnola del Quattrocento e Cinquecento, con approcci di tipo storico-letterario in cui si apprezza una significativa crescita nella specializzazione filologica e nell’ambito della bibliografia materiale. Gli studi e le edizioni realizzate inizialmente in collaborazione hanno portato il candidato ad una competenza e a un rigore metodologico che sono confluiti in saggi personali di notevole spessore scientifico. Deve anzitutto segnalarsi l’edizione del Diálogo intitulado el Capón del 1993: a Marcial Rubio spetta, nel prologo (pp. 29-41), il compito di descrivere il contenuto letterario dell’opera, compito che svolge con una notevole sensibilità superando la semplice impostazione compilativa, anche se l'apporto più consistente ed oneroso di Rubio all'interno di questo volume è l’esteso apparato di note di commento, che rende accessibile il testo chiarendo e approfondendo i molti luoghi oscuri di un’opera complessa. Un altro volume redatto in collaborazione è l’edizione della traduzione quattrocentesca de La Teseida di Boccaccio, del 1996; anche in questo caso, la parte che spetta al candidato è notevole, così come l’importante parte di edizione e annotazione erudita che gli si deve attribuire (pp. 136-207). Si apprezza, in particolare, l’attenzione al processo di traduzione e alle sue peculiarità, aspetti descritti con precisione nelle note di commento. Vanno poi segnalati alcuni articoli che danno conto di un ampliamento della competenza scientifica del candidato, come l’approccio alla tradizione poetica cancioneril testimoniata da “El Pleito del manto: un caso de parodia en el Cancionero General”, pubblicato nel 1994. Oltre a riproporre all’attenzione un componimento poetico erotico del sec. XV non ancora esattamente compreso, il candidato dimostra una notevole padronanza circa gli strumenti bibliografici a sua disposizione all’epoca e colloca giustamente il Pleito del manto all’interno di una tradizione poetica di notevole interesse, individuandone con esattezza i tratti stilistici di particolare rilievo e soffermandosi sull’ampio uso dell’elemento parodico e della metafora giudiziaria. Rubio analizza inoltre il contesto di pubblicazione dell’opera all’interno della tradizione del Cancionero General e si avventura in un’ipotesi di attribuzione a Juan Alvarez Gato molto suggestiva ma ancora provvisoria, come lo stesso autore promette. La propensione all’approfondimento erudito e alla ricostruzione esaustiva della tradizione letteraria è testimoniata anche dall’ampio saggio “La contienda de Áyax Telamonio....”, già utile per la sola raccolta bibliografica. Attraverso un’indagine anche filologica, il candidato offre una panoramica attenta della complessa tradizione del mito in area occidentale e in particolare in area ispanica, di cui offre ampia documentazione e un percorso testuale degno di nota, giungendo a offrire intelligenti riflessioni intorno alle modalità di interpretazione e sfruttamento del modello da parte di Acuña all’interno della topica contrapposizione tra le armi e le lettere. L’attenzione all’ambito della Bibliografia materiale viene dimostrata dalla partecipazione al “Catálogo de los pliegos sueltos poéticos del Siglo XVII de la biblioteca de Antonio Rodríguez Moñino” (1995) e soprattutto dal personale “Estudio bibliográfico de la Segunda Parte de la Vida del Pícaro Guzmán de Alfarache...” (2001), saggio che colma un’importante lacuna bibliografica offrendo finalmente un quadro esaustivo delle edizioni ed esemplari conosciuti dell’opera. Al catalogo analitico, che comprende la descrizione delle edizioni e la trascrizione completa dei preliminari, si aggiunge il prezioso commento dei dati forniti tradizionalmente dalla critica, che vengono confermati o confutati, come accade, in particolare, per le edizioni fantasma. Il saggio risulta un imprescindibile ausilio per il futuro editore critico dell’opera. Le competenze sviluppate dal candidato trovano completa realizzazione e un notevole perfezionamento nel cospicuo volume intitolato El cancionero de Juan de Escobedo. Nell’introduzione, Rubio offre una descrizione bibliografica e formale di questo canzoniere del secolo XVI, unitamente ad un’ampia ricostruzione del suo contesto di produzione e dell’ambito di attività del suo compilatore. Particolarmente apprezzabile, per la specifica pertinenza, è lo studio della presenza di poesia tradizionale, da un lato, e di quella italianista dall’altro. All’interno della complessa questione dei criteri di edizione di un canzoniere, la scelta di Rubio è, molto correttamente, quella di limitarsi a pubblicare il manoscritto con minimi interventi di ricostruzione del testo, offrendo in un'appendice estremamente dettagliata tutte le indicazioni dei testimoni di ogni singolo componimento, unitamente alla bibliografia relativa, offrendo in questo modo tutti gli strumenti per il recupero della varia lectio. Ma il contributo forse più approfondito all’interno dell’edizione è dato dall’accurato sistema di note di commento, che rivestono una particolare importanza per quanto riguarda l’analisi retorica e stilistica dei componimenti in relazione alla compenetrazione tra poesia tradizionale e nuova poesia italianista. Il risultato è quello di un sorprendente strumento di approssimazione al linguaggio poetico della seconda metà del Cinquecento spagnolo. E’ infine degno di menzione l’ampio apparato di indici, che rende maggiormente fruibile il volume; al riguardo, forse, un indice di note ne avrebbe aumentato la funzionalità.

La specificità delle prospettive di ricerca di Rubio sono infine proseguite e confermate dai più recenti contributi, come l’articolo “La influencia de Boccalini en Gracián: El Criticón” in cui rivaluta la considerazione in cui l’italiano venne tenuto in Spagna all’epoca di Gracián, contrariamente agli anni immediatamente precedenti, o “El Cancionero del Duque de Alba”, che riprende l’interesse per quella specifica tradizione poetica a cavallo tra Italia e Spagna.

Il giudizio circa l'idoneità del candidato è, in definitiva, pienamente positivo.

 

Giudizio del commissario prof. Fausta ANTONUCCI

Le pubblicazioni presentate da Marcial Rubio sono caratterizzate in generale da un approccio ai testi studiati di tipo storico-letterario e filologico-erudito. Due lavori testimoniano direttamente la formazione del candidato nel campo della ricerca e descrizione bibliografica (la parte attribuibile a M. Rubio del Catálogo de los pliegos sueltos poéticos del siglo XVII de la biblioteca de Antonio Rodríguez-Moñino, e l’“Estudio bibliográfico de la Segunda parte de la vida del pícaro Guzmán de Alfarache de Mateo Luján de Sayavedra”). In tre importanti pubblicazioni  il candidato edita, da solo o in collaborazione, testi inediti dei secoli XV-XVII. Nella parte da lui redatta dell’introduzione all’edizione del Diálogo intitulado El Capón (1993), M. Rubio si occupa del rapporto dell’opera con il genere dialogico e con la narrativa picaresca, in particolare il Lazarillo e il Guzmán. Nella parte da lui redatta dell’introduzione all’edizione de La Teseida. Traducción castellana del siglo XV (1996) M. Rubio si occupa della storia bibliografica della Teseida di Boccaccio in Spagna (par. 3), e conduce un’interessante analisi della traduzione castigliana attraverso una puntuale disamina delle divergenze con l’opera originale. L’annotazione, per le parti redatte dal candidato, è in entrambe le edizioni sempre pertinente e puntuale, accordandosi alle necessità specifiche del testo edito. Di maggiore impegno, opera del solo M. Rubio e rielaborazione del lavoro condotto nella sua tesi dottorale, è l’edizione dell’inedito Cancionero de Juan de Escobedo (2004), conservato presso la Biblioteca de la Real Academia Española. Si apprezzano l’attenta ricostruzione ipotetica delle circostanze di composizione, la completezza nel rintracciare fonti e influssi, sia italiani sia castigliani, e l’attenzione bibliografica, nell’indicare le altre fonti, sia mss. sia a stampa, che riportano i testi del cancionero editato. Volutamente l’introduzione è scarna, in quanto rimanda alle dense note; è infatti costruita essa stessa, in modo analogo alle note, come studio delle influenze che si possono percepire nei testi editi, e mette in evidenza la compresenza della tradizione poetica cancioneril e della lirica di impianto italianeggiante.

Il lavoro su “El Pleito del Manto: un caso de parodia en el Cancionero General” (1994) si suddivide in una prima parte descrittivo-informativa (sulle vicende editoriali della sezione del Cancionero General che include, a partire dal 1514, la composizione oggetto di questo studio, e sugli atteggiamenti censori della critica erudita di ‘800 e ‘900) e in una seconda parte più propriamente dedicata al testo in esame, nella quale si discute la questione dei vari livelli di parodia rintracciabili nel testo e si propone un’ipotesi di attribuzione. Sulla stessa linea di un interesse per testi dalle tematiche “trasgressive”, e al tempo stesso poco conosciuti e studiati, si colloca il lavoro su “Un cancionero erótico desconocido de Manuel del Palacio” (1997), dall’impianto fondamentalmente descrittivo-informativo, sia sulla persona dell’autore, sia sulle vicissitudini del manoscritto in questione, sia sui testi ivi inclusi, che vengono suddivisi in sezioni tematiche.

La contienda de Ayax Telamonio y Ulises… de Hernando de Acuña” (2000) parte da un’attenta disamina delle fonti per arrivare a inquadrare il poema nella temperie storico-culturale contemporanea. Dopo aver tracciato, fra l’altro, una breve storia della percezione della figura di Ulisse nel Medioevo, M. Rubio sottolinea opportunamente come questa percezione cambi con l’Umanesimo, in senso positivo, e come questo cambiamento venga recepito in pieno da Acuña, nell’ambito di una sempre più sentita necessità di coniugare, nel militare di alto rango, coraggio e conoscenza. Ne “La influencia de Boccalini en Gracián: El Criticón” (2004), che mette ulteriormente a frutto l’interesse del candidato per i rapporti letterari ispano-italiani, la prima parte è dedicata a riesaminare la storia editoriale dei Ragguagli del Boccalini in Italia e in Spagna; segue una seconda parte nella quale, oltre a ricordare i debiti di Gracián verso l’opera di Boccalini, si analizzano più specificamente le allusioni all’autore italiano e alla sua opera che si rintracciano nel Criticón, e si sostiene che i Ragguagli sono il vero modello del Criticón anche, e soprattutto, per l’impianto allegorico, nonostante le differenze che lo stesso Rubio riconosce fra le due allegorie. L’interesse per i cancioneros e per il recupero di testi poco conosciuti ritorna nell’ultimo lavoro presentato dal candidato, “El Cancionero del Duque de Alba” (2005). Dopo aver ricostruito la storia critica su questo Canzoniere del XVII secolo, Rubio aggiunge ulteriori e necessarie puntualizzazioni, costituendo questo suo lavoro un indubbio passo avanti nella ricerca su questo codice.

Dai lavori presentati emerge il profilo di uno studioso senza dubbio maturo, che dimostra di possedere gli strumenti necessari alla ricerca erudita e filologica, con interessi che, sebbene circoscritti all’ambito temporale compreso fra il ‘400 e il ‘600, abbracciano generi, autori e tematiche abbastanza vari. La prospettiva adottata, e l’interesse prevalente e ricorrente per la storia bibliografica dei testi, per le fonti, per i problemi di attribuzione, fanno sì che i lavori non si spingano oltre questo, pur necessario e imprescindibile, orizzonte; e a volte si sente la mancanza di un maggiore approfondimento in direzione dell’analisi e interpretazione dei testi studiati. Va detto peraltro che molti fra i lavori del candidato mettono la ricerca più specificamente bibliografico-erudita al servizio di un inquadramento del testo nella sua circostanza storico-letteraria, cosa che porta comunque a una migliore comprensione e interpretazione del testo stesso.

 

Giudizio del commissario prof. Eleanor Liliana LONDERO

Le pubblicazioni presentate dal candidato si rivolgono prevalentemente alla letteratura spagnola dei secoli XV-XVI, con una specifica attenzione all'ambito filologico. I contributi in collaborazione, l’edizione del Diálogo intitulado el Capón del 1993, e la traduzione quattrocentesca de La Teseida dimostrano una notevole competenza scientifica nell'uso degli strumenti metodologici sempre opportuni. Di quest'ultimo lavoro si apprezza, in particolare, l’attenzione al processo di traduzione e alle sue peculiarità, aspetti descritti con precisione nelle note di commento. Riveste inoltre un certo interesse l’approccio alla tradizione poetica cancioneril testimoniata da “El Pleito del manto: un caso de parodia en el Cancionero General”, pubblicato nel 1994; il candidato ripropone un un componimento poetico erotico del sec. XV offrendo importanti spunti per lo studio dei codici della trasgressione in area ispanica. L’ampio saggio “La contienda de Áyax Telamonio....”, offre una panoramica attenta della complessa tradizione del mito e giunge a pregevoli riflessioni intorno alle modalità di interpretazione e sfruttamento del modello da parte di Acuña. Risultano notevoli anche i contributi bibliografici, come la partecipazione al “Catálogo de los pliegos sueltos poéticos del Siglo XVII de la biblioteca de Antonio Rodríguez Moñino” (1995) e il personale “Estudio bibliográfico de la Segunda Parte de la Vida del Pícaro Guzmán de Alfarache...” (2001). L'opera di maggiore respiro è il cospicuo volume intitolato El cancionero de Juan de Escobedo, che è costituito da un'edizione affidabile corredata da un esteso apparato di commento filologico e letterario.

Per questi motivi il giudizio sul candidato è particolarmente positivo.

 

Giudizio del commissario prof. Veronica ORAZI

Il candidato presenta 10 pubblicazioni (4 libri e 6 articoli), di cui 3 (nn° 1, 3, 4 dell’elenco) in collaborazione (con esatta indicazione delle parti da attribuire ai diversi co-autori, come da autocertificazioni allegate):

1) Francisco Narváez de Velilla, Diálogo intitulado ‘El Capón’, Prólogo y edición de Víctor Infantes y Marcial Rubio Árquez, Madrid, Visor Libros, Biblioteca Filológica Hispana 14, 1993, 123 pp.

Le parti dell’Introduzione attribuibili al candidato (pp. 29-42, oltre a Bibliografia e Criteri di edizione - 44-47 -) inquadrano debitamente le tematiche veicolate dall’opera (databile al 1608-14 ca., ad attestazione unica – ms. 9/1011 Real Academia de la Historia de Madrid –, essendo andata perduta una seconda copia esistente) e la sua posizione all’interno del filone del dialogo come genere letterario da un lato e dall’altro come opera picaresca. Per quanto concerne il testo, si devono al candidato l’ed. del Prólogo al lector (pp. 51-59) e delle parti dell’opera comprese alle pp. 92-123, condotte con evidente rigore filologico; l’apparato di note di cui il testo è corredato raccoglie puntuali considerazioni di tipo linguistico e critico-letterario.

2) “El Pleito del Manto”: un caso de parodia en el Cancionero General”, in Actas del IX Simposio de la Sociedad Española de Literatura General y Comparada, Zaragoza, Universidad de Zaragoza – Banco Zaragozano, 1994, vol. II, pp. 237-250.

L’articolo sintetizza in modo chiaro ed esaustivo la storia bibliografica del testo, dato particolarmente apprezzabile data la limitata conoscenza dell’opera, se si eccettuano alcune sintetiche considerazioni di Usoz e Domínguez. In passato attribuito a Antón de Montoro, oggi lo si considera anonimo, ma il candidato avanza un’ipotesi fondata su elementi interni e suggerisce che l’autore possa essere Juan Álvarez Gato. Il testo è strutturato come debate; dopo tre strofe iniziali strumentalmente ambigue, si sviluppa come parodia della procedura giuridica e per estensione dell’ambiente e delle figure professionali ad essa correlate, cui si affianca la tematica misogina. Partendo dall’analisi dei testimoni addotti dalle due parti, il candidato inquadra il testo nella giusta prospettiva (genere erotico), contribuendo a chiarirne natura e intenti: non si tratta tanto e solo della veicolazione di vena parodica e misogina, ma di esaltazione della superiorità sessuale della donna. Prendendo spunto da una citazione biblica (Mt, 5, 38-42), a sua volta oggetto di parodia, il candidato sottolinea poi come il testo esprima un appello alla carità, alla generosità, assente persino tra chi arriva al congiungimento carnale.

3) Victoria Campo, Víctor Infantes, Marcial Rubio Árquez, Catálogo de los pilegos sueltos del siglo XVII de la biblioteca de Antonio Rodríguez-Moñino, Alcalá de Henares, Servicio de Publicaciones de la Universidad de Alcalá, 1995, Colección Repertorios Bibliográficos 1, 119 pp.

Si deve al candidato la catalogazione dei pliegos sueltos n° 23-34 (cfr. dichiarazione), compresi alle pp. 55-68, realizzata seguendo scrupolosamente le norme ISBD.

4) Giovanni Boccaccio, La ‘Teseida’ (Traducción castellana del siglo XV), Edición, introducción y notas de Victoria Campo y Marcial Rubio Árquez, Frankfurt am Mein, Verveurt-Iberoamericana, 1996, Medievalia Hispanica 2, 223 pp.

Nella parte dell’Introduzione da lui curata (§§ 3 e 3.1, pp. 16-23; §§ 4 e 5, pp. 28-45) il candidato ricostruisce la fortuna della traduzione dell’opera boccaccesca in spagnolo, chiarendo equivoci e imprecisioni ancora non dissipati dalla critica precedente; oltre ai mss. già noti (mss. 10271 –in ‘toscano’- e 1537 della Biblioteca Nacional de Madrid, ) segnala l’esistenza di un secondo testimone (ms. 7553 della Biblioteca Nacional de Madrid), descriptus del ms. 1537 BNM (come viene dimostrato) e dà notizia relativa all’esistenza di altri due codici, di cui attualmente si ignora l’ubicazione; procede quindi al raffronto tra il testo italiano (ms. 10271 BNM) e la versione castigliana (ms. 1537 BNM), confermando che il codice contenente l’opera in italiano non è la fonte della traduzione spagnola. Più oltre prosegue con lo studio filologico della versione spagnola, identificando tre precise strategie traduttorie: soppressione sistematica, soppressione puntuale, riassunto, di cui offre un’illustrazione sinottica esaustiva; da ciò si evince un duplice approccio all’antigrafo, connotato talvolta nel senso dell’aderenza e della fedeltà all’originale tradotto, talvolta caratterizzato invece da una notevole libertà nella resa testuale. Nei Criteri di Edizione poi si segnala che l’ed. si basa sul codice 1537 (A), ricorrendo al descriptus (B: ms. 7553) nei casi di guasto materiale del testo-base. Segue infine la Bibliografia (pp. 47-61).

L’edizione del testo (in cui in apice compaiono - tra parentesi quadre - i rimandi ai passi corrispondenti dell’ed. Roncaglia dell’originale italiano e l’indicazione della c. del ms. spagnolo) è corredata da un apparato di note, in cui si sintetizzano efficacemente riflessioni di carattere linguistico, letterario, riferimenti critici e si segnalano i guasti del codice (in genere errori di lettura o di interpretazione  dell’originale in cui è incorso traduttore); segue infine l’Apparato critico (pp. 209-223).

5) “Un cancionero erótico desconocido de Manuel del Palacio”, in El cortejo de Afrodita. Ensayos sobre literatura hispánica y erotismo, a cura di A. Cruz Casado, Málaga, Universidad de Málaga, Anejo XI di Analecta Malacitana, 1997, pp. 173-185.

Con questo contributo il candidato dà notizia del reperimento di un canzoniere erotico del XIX-XX sec. (contenuto nel ms. 198 della Biblioteca della Real Academia Española). Dopo una sintetica ma esaustiva descrizione del codice, il candidato tratteggia la figura dell’autore, Manuel del Palacio (Lérida 1832 – Madrid 1906). Il candidato nell’analisi testuale isola 3 componimenti introduttivi e suddivide il resto del canzoniere in 4 categorie di poesie, più una quinta di ibridi, cioè a cavallo tra due tipologie: giocosi, satirico-moraleggianti, leggendari, parodici, compendiosi. L’analisi delle forme metriche impiegate rivela il predominio di sonetto ed epigramma. Lo studio attento delle tematiche, delle modalità espressive e della tonematicità generale dei versi, riporta alla luce un erotismo esaltato, vibrante e ardente, non di rado sfrontato, che spazia dall’ingenuità all’indiscutibile taglio pornografico, espressione dell’ammiccamento mordace alla società cui il canzoniere è rivolto.

6) “La contienda de Áyax Telamonio y de Ulises sobre las armas de Aquiles, de Hernando de Acuña: fuentes, motivos y significación”, in La espada y la pluma. Il mondo militare nella Lombardia spagnola cinquecentesca, Lucca, Mauro Baroni, 2000, pp. 385-406.

Nel’analisi tematica il candidato dimostra che il poema (887 endecasillabi) si impernia sul topico della contrapposizione sapientia / fortitudo. Circa le fonti, segnala la principale (le Metamorfosi ovidiane), identificandone anche di secondarie (traduzioni italiane e castigliane del poeta latino, repertori mitologici dell’epoca, ecc.) e dimostrando come anche altri autori coevi abbiano utilizzato questi stessi testi di riferimento. Attraverso l’analisi della tradizione del tema, che vede opporsi o piuttosto combinarsi la spada e la penna, partendo dagli antecedenti antichi, medievali e rinascimentali, più prossimi all’autore, svela in modo inequivocabile come il soldato debba incarnare la perfetta unione di armi e lettere. In realtà il peculiare momento storico-politico, le innovazioni della tecnica militare e altri fattori analoghi aiutano a spiegare la prospettiva di Acuña, la sua scelta del tema e del modello ovidiano e la decisione di tradurre il testo in modo decisamente fedele (secondo una prassi tipicamente rinascimentale). Lo studio approfondito del poema prova che i timidi interventi di Acuña traduttore si trasformano in interventi originali nella parte finale del discorso di Ulisse, in cui si afferma la superiorità dell’intelletto rispetto alla forza, in modo più netto e deciso rispetto alla fonte ovidiana.

7) “Estudio bibliográfico de la Segunda parte de la vida del pícaro Guzmán de Alfarache de Mateo Luján y Sayavedra”, in Annali dell’Istituto Universitario Orientale, 43, 2, 2001, pp. 531-568.

Il contributo ricostruisce e chiarisce la complessa vicenda editoriale dell’opera, continuazione apocrifa (pubblicata nel 1602 sotto pseudonimo da Juan Martí) del Guzmán de Alfarache di Mateo Alemán, oscurata dall’apparizione nel 1604 della seconda parte originale, corredata di una breve ma esauriente rassegna storica delle edizioni attualmente note (Valencia 1602, Barcelona 1602, Zaragoza 1603, due diverse edd. Barcelona 1603, Milano 1603, Lisboa 1603, Salamanca 1603, Madrid 1603, Bruxelles 1604), comprendente l’indicazione delle edd. ‘fantasma’ (1602, Tarragona 1603, Valladolid 1603). Delle edd. conosciute si forniscono i riferimenti relativi alle singole copie localizzate, con descrizione bibliografica completa (biblioteca, segnatura, possessori, cataloghi in cui l’esemplare è citato, edd. e/o trascrizioni).

8) Marcial Rubio Árquez, El cancionero de Juan de Escobedo (Ms. 330 Biblioteca Real Academia Española). Edición y estudio, Pisa, Edizioni ETS, 2004, 450 pp., Biblioteca di Studi Ispanici 8.

L’introduzione (I, pp. 15-36) si apre con la trattazione puntuale di aspetti materiali e formali: un’accurata descrizione del ms., cui segue un sintetico ma esaustivo profilo dell’autore (il libraio Juan de Escobedo, † 1577) che articola gli esigui dati noti in un quadro biografico preciso, nonché la discussione sulla data di compilazione del canzoniere resa dubbia da una corruttela (indicando del tutto verosimilmente il 1568 come momento dell’allestimento della raccolta); l’attenzione si concentra poi sull’organizzazione interna del canzoniere, realizzata in base al tipo di strofa impiegata, e l’identificazione di 4 mani distinte. Segue il lucido studio del contesto poetico della raccolta, a cavallo tra eredità cancioneril e tradicional quattrocentesca (tematiche, metafore, immagini, ripresa di vv.) e influsso della produzione italianeggiante (impronta petrarchesca, diretta o mediata da Garcilaso, forme metriche –sonetto, terzina, ecc.-, temi –introspezione amorosa, sofferenza, gelosia, soggettivismo, ecc.-). Chiudono questa prima parte del vol. i Criteri di edizione, in cui si sottolinea la più rigorosa fedeltà al testo, contemperata dalle necessarie esigenze di regolarizzare le oscillazioni puramente grafematiche; il ricorso all’emendamento dei punti corrotti è stato opportunamente limitato ai casi di guasto evidente, indicando sempre in nota la lezione originale del ms.; l’edizione delle liriche aderisce al criterio topografico, rispettando l’ordine del ms.

Segue l’edizione completa e accurata del canzoniere (II, pp. 37-191), secondo i criteri ecdotici sopraesposti; l’ordine sequenziale dei componimenti, riflesso della struttura originale, è indicato da numeri romani tra parentesi quadre ed è sempre indicata la c. del ms. in cui compare testo edito o il passaggio alla c. successiva o al verso della medesima.

A complemento dell’edizione il candidato offre un ricco e approfondito apparato di note (III, pp. 193-326), in cui si rende conto dei riecheggiamenti della tradizione lirica più datata (reminiscenze cancioneriles e caratteristiche della lírica tradicional, sia di tipo tematico, che retorico-stilistico e formale), sia immediatamente precedente e connessa con la penetrazione e il radicamento del petrarchismo in ambito ispanico (Garcilaso, Herrera, ecc.). Il capillare vaglio testuale permette di riportare alla luce una fitta rete di riferimenti di ascendenza quattro-cinquecentesca e di fonti assunte in maniera talvolta aderente alla lettera, altre volte in modo più dissimulato, che ne ha reso dunque più impegnativa l’esatta identificazione proposta. Abbondanti e puntuali anche i riferimenti agli antichi testi lessicografici di riferimento (Autoridades, Correas, ecc.) e alla letteratura critica moderna (per quanto concerne le edd. e gli studi critici). Circa gli interventi ecdotici vòlti a sanare i punti corrotti, si tratta in genere di emendamenti nei casi di errore per ripetizione (LVII.3 tornarán per tornaron, LXXXIX.43 y antes per antes, ecc.) o anticipazione (LXXVIII.13 es per el, LXXX.50 o que per a que, ecc.), per omissione (di una lettera: CI.110 lo que per los que, CV.97 serbi per serbir, ecc.), per ripetizione (CIV.31 demás demás per demás, ecc.).

Segue (IV, pp. 327-375) il censimento della presenza delle liriche comprese nel Cancionero edito in altri canzonieri o raccolte di singoli autori; di ogni poesia viene riportato il titolo, il ms. o mss. in cui compare, eventuali edd., studi dedicati o repertori in cui compare e infine l’annotazione sistematica delle varianti significative rilevate.

Chiudono il volume la tavola delle abbreviazioni dei mss. citati (V, pp.377-390), la bibliografia (VI, pp. 391-416); gli indici (VII, pp. 417-450: dei primi vv., degli autori, onomastico, delle forme strofiche -con riassunto finale delle forme documentate-, di poesie presenti anche in altre raccolte -manoscritte e a stampa-).

9) “La influencia de Boccalini en Gracián: El Criticón”, in Mathesis e Mneme. Studi in memoria di Marcello Gigante, Napoli, Pubblicazioni del Dipartimento di Filologia Classica “Francesco Arnaldi” dell’Università di Napoli Federico II, 2004, vol. II, pp. 365-380.

Il candidato sintetizza nel contributo la fortuna italiana, internazionale e ispanica dell’opera di Boccalini per motivarne da un lato l’importanza e le ragioni conseguenti della sua assunzione a modello da parte di Gracián e dall’altra per spiegarne i motivi che portarono l’autore a considerarlo un ‘classico’. L’analisi esperita mostra come Gracián consideri che l’autore italiano nella sua opera tratta importanti e attuali temi politici, filosofici e letterari: uno tra tutti, il problema della ragion di Stato e il dibattito tra machiavellismo e tacitismo. La rilevanza critica di questo aspetto, è amplificata da una serie di riscontri testuali, prova del fatto che Gracián ha consultato non solo le traduzioni dell’opera, ma persino l’originale. Per Gracián Boccalini ha saputo coniugare nelle sue opere la politica e la satira, l’originalità, l’innovazione con la varietà, muovendosi in modo originale sia sul piano contenutistico che formale, oltre a imporsi come maestro nell’utilizzo dell’allegoria. Di ogni ‘Ragguaglio’ si apprezza in particolare la morale finale, sempre sostenuta dalla satira. Tratto comune ai due autori, il disprezzo della falsa sapienza e dei finti eruditi.

10) “El Cancionero del Duque de Alba (Ms. XVII.30 de la Biblioteca Nazionale de Nápoles)”, in I Canzonieri di Lucrezia – Los Cancioneros de Lucrecia, a cura di A. Baldissera e G. Mazzocchi, Padova, Unipress, 2005, pp. 443-459.

Studio della parte castigliana del canzoniere della prima metà del XVII sec. Si tratta di 197 testi, alcuni dei quali con notazione musicale, di autori rappresentativi della migliore poesia barocca spagnola. In particolare, lo studio –sempre attento- si concentra sulle liriche più datate. Analizzato nel suo complesso solo da Croce nel 1900 e poi da Acutis nel 1970, il codice (ms. XVII.30 della Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III di Napoli, originale a lungo considerato perduto, dal quale fu tratta la trascrizione utilizzata da Croce: ms. I-E-65 della stessa bibl. naz. di Napoli) viene descritto minuziosamente. Il candidato, poi, rettifica e precisa la data (1623-32) di allestimento completo del ms. (un codice composito) in base all’analisi di elementi interni e riferimenti a eventi dell’epoca; si pronuncia poi sulle tre parti che lo costituiscono, rivedendo la posizione crociana e avanzando altre ipotesi, fondate anche sul tentativo di identificazione dei vari possessori, responsabili dell’ampliamento della raccolta: 1a parte (poesia spagnola) databile al 1623 ca., i cui destinatari sarebbero stati gli affiliati all’Accademia degli Oziosi. Seguono l’indice dei primi versi dei vari componimenti e la bibliografia.

 

 

Conclusa l’enunciazione dei giudizi individuali dei cinque Commissari, il Presidente apre la discussione in esito alla quale la Commissione perviene alla formulazione, all’unanimità, del seguente giudizio collegiale relativo al candidato dott. RUBIO ARQUEZ Marcial:

 

Il dott. Rubio Arquez presenta,ai fini della valutazione comparativa, dieci pubblicazioni dalle quali si evince un notevole, proficuo e costante impegno di ricerca nell’ambito degli studi sulla letteratura spagnola dei secoli XV-XVII, con risultati di particolare rilievo scientifico nel settore dell’edizione di testi letterari relativi al periodo specificato. In particolare, il dott. Rubio Arquez è autore dell’edizione della traduzione castigliana quattrocentesca della Teseida boccacciana (in collaborazione con V. Campo; il candidato è autore delle pp. 16-23 e 28-45 dell’Introducción, nonché delle pp. 140-207 dell’edizione dell’opera, le sole che vengono considerate ai fini della valutazione comparativa), condotta sui due mss. conservati presso la Biblioteca Nacional de Madrid, di cui risulta dimostrata la discendenza del ms. 7553 (B) dal ms. 1537 (A).

Dell’edizione del Diálogo intitulado el Capón del 1993, a Marcial Rubio spetta, nel prologo (pp. 29-41), il compito di descrivere il contenuto letterario dell’opera, compito che svolge con una notevole sensibilità superando la semplice impostazione compilativa, anche se l'apporto più consistente ed oneroso di Rubio all'interno di questo volume è l’esteso apparato di note di commento, che rende accessibile il testo chiarendo e approfondendo i molti luoghi oscuri di un’opera complessa.

Di maggiore impegno, opera del solo M. Rubio e rielaborazione del lavoro condotto nella sua tesi dottorale, è l’edizione dell’inedito Cancionero de Juan de Escobedo (2004), conservato presso la Biblioteca de la Real Academia Española. Si apprezzano l’attenta ricostruzione ipotetica delle circostanze di composizione, la completezza nel rintracciare fonti e influssi, sia italiani sia castigliani, e l’attenzione bibliografica, nell’indicare le altre fonti, sia mss. sia a stampa, che riportano i testi del cancionero editato. Volutamente l’introduzione è scarna, in quanto rimanda alle dense note; è infatti costruita essa stessa, in modo analogo alle note, come studio delle influenze che si possono percepire nei testi editi, e mette in evidenza la compresenza della tradizione poetica cancioneril e della lirica di impianto italianeggiante.

                La vasta e approfondita competenza che il candidato ha acquisito nel settore degli studi sulla poesia spagnola in epoca moderna è ulteriormente testimoniata dai contributi sul genere parodico, a proposito del “Pleito del Manto” nel Cancionero General, sul componimento di Hernando de Acuña, e sui due canzonieri di Manuel de Palacio e del Duca d’Alba.

Del Catálogo de los pilegos sueltos del siglo XVII de la biblioteca de Antonio Rodríguez-Moñino, Alcalá de Henares, Servicio de Publicaciones de la Universidad de Alcalá, 1995, Colección Repertorios Bibliográficos 1, 119 pp., si deve al candidato la catalogazione dei pliegos sueltos n° 23-34 (cfr. dichiarazione), compresi alle pp. 55-68, realizzata seguendo scrupolosamente le norme ISBD.

Nel contributo su Traiano Boccalini in Gracián sintetizza la fortuna italiana, internazionale e ispanica dell’opera per motivarne da un lato l’importanza e le ragioni conseguenti della sua assunzione a modello da parte di Gracián e dall’altra per spiegarne i motivi che portarono l’autore a considerarlo un ‘classico’. L’analisi esperita mostra come Gracián consideri che l’autore italiano nella sua opera tratta importanti e attuali temi politici, filosofici e letterari: uno tra tutti, il problema della ragion di Stato e il dibattito tra machiavellismo e tacitismo. La rilevanza critica di questo aspetto, è amplificata da una serie di riscontri testuali, prova del fatto che Gracián ha consultato non solo le traduzioni dell’opera, ma persino l’originale. Per Gracián Boccalini ha saputo coniugare nelle sue opere la politica e la satira, l’originalità, l’innovazione con la varietà, muovendosi in modo originale sia sul piano contenutistico che formale, oltre a imporsi come maestro nell’utilizzo dell’allegoria. Di ogni ‘Ragguaglio’ si apprezza in particolare la morale finale, sempre sostenuta dalla satira. Tratto comune ai due autori, il disprezzo della falsa sapienza e dei finti eruditi.

Il contributo sulla Segunda parte de la vida del pícaro Guzmán de Alfarache de Mateo Luján y Sayavedra ricostruisce e chiarisce la complessa vicenda editoriale dell’opera, continuazione apocrifa del Guzmán, corredata di una breve ma esauriente rassegna storica delle edizioni attualmente note, comprendente l’indicazione delle edd. ‘fantasma’. Delle edd. conosciute si forniscono i riferimenti relativi alle singole copie localizzate, con descrizione bibliografica completa.

                In conclusione, il dott. M. Rubio Arquez dimostra di aver acquisito una assai solida formazione nell’ambito degli studi di filologia ispanica, di aver conseguito una prolungata esperienza docente di lingua e letteratura spagnola, di aver contribuito all’ambito degli studi di letteratura spagnola con ricerche originali su opere e autori letterari dei secoli XV-XVII, nelle quali ha dato prova di padroneggiare con sicurezza le metodologie della ricerca filologica, storico-linguistica e critico-letteraria.

 

 

 

Terminate le operazioni di formulazione e discussione dei giudizi individuali e collegiali la seduta è tolta alle ore 11,15 e la Commissione si riconvoca per il giorno 16/04/2007, alle ore 11,20, presso la stessa sede per la predisposizione dei temi per la prova didattica e per la discussione dei titoli e della produzione scientifica.

 

Lì 16/04/2007

 

 

LA COMMISSIONE:

 

Il  Presidente

Prof.                                        Antonio Gargano

 

I  Commissari 

Prof.                                        Fausta Antonucci

Prof.                                        Eleanor Liliana Londero

Prof.                                        Marco Presotto

 

Il  Segretario

Prof.                                        Veronica Orazi