UNIVERSITA’ DEGLI STUDI
"G. D’ANNUNZIO" - CHIETI - PESCARA
PROCEDURA DI
Valutazione comparativa ad un posto di Professore UNIVERSITARIO DI RUOLO DI ii
FASCIA, AVVISO PUBBLICATO SU G.U. N. 30 DEL 13/04/2001 - IV SERIE SPECIALE -
FACOLTA’ DI LINGUE E LETTERATURE STRANIERE DELL’UNIVERSITA’ DEGLI STUDI “g.
D’ANNUNZIO DI CHIETI - PESCARA PER IL SETTORE SCIENTIFICO-DISCIPLINARE M07D -
ESTETICA
VERBALE TERZA SEDUTA
La Commissione esaminatrice, nominata con D.R. n. 367 dell’08/02/2002, pubblicato su G.U. n. 17 - Serie Speciale - Concorsi ed Esami - del 01/03/2002, e ricostituita con D.R. 818 del 12/07/2002, pubblicata su G.U. n. 64 del 13/08/2002, e composta dai seguenti docenti:
Prof. PERNIOLA Mario - ordinario, presidente
Prof. FANIZZA Francesco - ordinario
Prof. DALMASSO Gianfranco - ordinario
Prof. BOLLINO Fernando - associato
Prof. COSTA Mario - associato, segretario
si è riunita presso la sede del Rettorato dell’Universitˆ degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti - Pescara il giorno 03/ 06/ 2003 alle ore 16,30.
La Commissione procede quindi alla valutazione dei titoli scientifici e didattici dei seguenti candidati:
Contini Annamaria,
De Caro Eugenio
Marroni Aldo
Milani Raffaele
Panza Pier Luigi
Troncon Renato
La Commissione, sulla base dei criteri già deliberati nel verbale n. 1 del 27 settembre 2002, esprime su ognuno dei candidati i seguenti giudizi:
Candidato Contini
Annamaria
Dottore di Ricerca in Filosofia. La candidata si è
occupata del rapporto tra Proust e il sapere del suo tempo nel volume La
biblioteca di Proust (1988), in cui individua le principali tematiche del
dibattito filosofico-psicologico dell’epoca, che hanno avuto influenza sul
grande scrittore francese. Altro oggetto di studio è stata l’estetica della
vita: risultato di questo interesse è il volume Jean-Marie Guyau. Una filosofia
della vita e l’estetica (1995) in cui viene dato ampio spazio ai principali
motivi della cultura positivistica e al rapporto tra etica ed estetica nel pensiero
di Guyau. La candidata è altresì autrice di altri scritti su Proust e
sull’estetica di fine Ottocento in cui mostra buone attitudini alla ricerca
scientifica.
Giudizio del commissario prof. FANIZZA Francesco:
La candidata, già dottore di ricerca in Estetica, ha orientato le proprie ricerche prevalentemente sulla cultura estetica francese di fine Ottocento.
Tali ricerche, condotte secondo il metodo della
"Nuova fenomenologia critica", vertono, per un verso, sull'opera di
Proust, che viene considerata nell'ambito della coeva cultura filosofica e
psicologica (cfr. La biblioteca di Proust, 1988) e, per l'altro, su
Guyau (cfr. Jean Marie Guyau. Una filosofia della vita e l'Estetica,
1995), il cui pensiero, analizzato in relazione al suo coevo contesto positivistico,
viene proposto come all'origine di alcuni successivi "ampliamenti"
subiti successivamente dalla problematica estetica in Francia.
Giudizio del commissario prof. DALMASSO Gianfranco:
Dottore di ricerca in Filosofia. La candidata si è occupata delle ricerche estetiche nella Francia di fine Ottocento, in particolare riguardo a questioni proustiane e al pensiero di Guyau. La candidata dimostra impegno e rigore di lavoro; il suo itinerario di ricerca fa prevedere una ulteriore promettente maturazione.
Giudizio del commissario prof. BOLLINO Fernando:
Formatasi alla scuola noefenomenologica bolognese, la candidata ha conseguito il dottorato di ricerca in filosofia (Estetica) e ha intrattenuto rapporti di attiva collaborazione didatticae di ricerca col dipartimento di Filosofia di Bologna. E' stata professore a contratto di estetica nelle sedi universitarie di Bologna e di Pavia. Ai fini del presente giudizio, presenta due volumi. Uno sulla "Biblioteca di Proust" (1988) volto ad indagare i complessi rapporti tra il romanzo proustiano e i saperi letterari e filosofici del tempo, l'altro dedicato al pensiero di J.-M. Guyau (1995) e ai rapporti tra filosofia della vita ed estetica. Anche gli altri saggi presentati dalla candidata risultano prevamentemente orientati a indagare problematiche e autori propri dell'ambito culturale e filosofico francese tra Ottocento e Novecento (in particolare Bergson e Ravaisson) non senza un'incursione settecentesca (la scuola di Montpellier). Studiosa solida e competente la Contini merita attenzione ai fini del presente giudizio.
Giudizio del commissario Prof. COSTA Mario:
Annamaria Contini risulta interessata soprattutto alla filosofia e alla cultura francese della seconda metà dell'Ottocento. ella ha rivolto in particolare la sua attenzione a Guyau, Bergson e Proust, approfondendo con un buon livello di penetrazione temi varimanete positivistici e vitalistici.
Conclusa l’enunciazione dei giudizi individuali dei cinque Commissari, il Presidente apre la discussione in esito alla quale la Commissione perviene alla formulazione, all’unanimità, del seguente giudizio collegiale relativo alla candidata Contini Annamaria:
Dottore di Ricerca in Filosofia (Estetica).La candidata si è occupata delle ricerche estetiche nella Francia di fine Ottocento, in particolare riguardo a questioni proustiane e al pensiero di Guyau. Ha dato ampio spazio ai prioncipali motivi della cultura positivistica. La candidata dimostra impegno e rigore di lavoro; il suo itinerario di ricerca fa prevedere una ulteriore promettente maturazione.
Candidato De Caro Eugenio
Giudizio del commissario prof. PERNIOLA Mario:
Docente a contratto di Estetica presso l’Università Cattolica di Milano. La produzione del candidato si articola in tre settori. Nel primo, che riguarda l’estetica antica è compreso il volume Le cose belle sono difficili. Forme dell’estetica antica (2001): in questo il candidato delinea una precisa rassegna delle principali idee estetiche dell’antichità, mostrando una solida preparazione storica e acutezza ermeneutica. Il secondo settore riguarda l’estetica del Settecento: di questo fanno parte il volume Dalla “conoscenza sensitiva” alla “filosofia dell’arte”. La fondazione settecentesca dell’estetica (2000), nonchè i primi tre capitoli del volume Corpo e idea. Saggi di estetica (2001): in tali scritti il candidato procede ad un’ampia ricognizione dei principali momenti dell’estetica illuministica interpretati sotto il duplice aspetto storico e teoretico. Il terzo settore verte su vari aspetti dell’estetica novecentesca: in particolare nel volume Note sulla fenomenologia dell’estetico (1996) sono studiati con acribia alcuni momenti essenziali dell’estetica fenomenologica (Husserl, Becker, Ingarden, Geiger, Hartmann). Altri lavori sono focalizzati sul pensiero estetico di Jung, del quale viene approfondita la nozione di archetipo e il rapporto tra mito e natura. Sempre a questo settore appartengono le ricerche sull’estetica di Elisa Oberti, Virgilio Melchiorre, Jacques Maritain, assai acute e penetranti. Nel complesso il candidato presenta una produzione scientifica matura, che spazia tra molti momenti e aspetti del pensiero estetico.
Giudizio del commissario prof. FANIZZA Francesco:
Il candidato, in possesso del titolo di dottore di
ricerca, conseguito nel 1998, presenta un gruppo di scritti, costituito in
particolare da quattro volumi, da un lungo saggio intitolato Note di
antropologia dell'arte (1996) e da cinque articoli, tre dei quali
occasionati dalla partecipazione ad altrettanti convegni promossi
dell'Associazione Italiana per gli Studi di Estetica.
Sostenuto da una buona, anche se non sempre filologicamente irreprensibile, conoscenza delle fonti storiche, la produzione del De Caro risulta ancora alla ricerca di un preciso centro d'interesse teoretico e rischia al limite di disperdersi in indagini lontane o disomogenee tra loro. Ciò vale se si mettono a confronto tra loro sia le indagini sull'estetica antica ("Le cose belle sono difficili". Forme dell'estetica antica, 2001) e quelle sull'estetica settecentesca (Dalla "conoscenza sensitiva" alla "filosofia dell'arte", 2000), sia quelle sulla "fenomenologia delll'estetico" (Note sulla fenomenologia dell'estetico, 1996) e sulla tematica della "cognitio sensitiva" (Corpo e idea, 2001).
Giudizio del commissario prof. DALMASSO Gianfranco:
Professore a contratto di estetica nella facoltà di scienze della formazione dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Il dottor De Caro presenta una produzione che mira ad individuare i punti di contatto tra la problematica estetica e quella antropologica. Ciò si articola attraverso una considerazione da un lato fenomenologica, dall'altro lato attenta alla problematica junghiana del simbolico e dell'inconscio. Più recentemente il candidato ha affrontato la questione dell'estetica antica e dell'estetica settecentesca dimostrando rigore d'indagini e maturità di prospettive teoriche e di metodo.
Giudizio del commissario prof. BOLLINO Fernando:
Il candidato
Eugenio De Caro, che ha conseguito nel 1998 il dottorato di ricerca presso
l’Università di Parma con una tesi su L’antropologia di C. G. Jung, è
attualmente docente di filosofia e storia nelle scuole superiori e nel contempo
intrattiene rapporti di collaborazione con il Dipartimento di Filosofia di
Parma nonchè con l’Università Cattolica (sede di Brescia) in qualità di docente
a contratto di Estetica. Presenta alcune monografie, pubblicate fra il 1996 e
il 2001, fra le quali si segnalano per impegno storiografico e teorico i volumi
su le Forme dell’estetica antica, su La fondazione settecentesca
dell’estetica e su La fenomenologia dell’estetico. Presenta inoltre
un lungo saggio monografico Note di antropologia dell’arte (1996) oltre
ad articoli di varia resa quantitativa e
qualitativa con prevalenza di interessi per Jung, ma con attenzione
anche ad autori “classici” per la disciplina con particolare riferimento a
Baumgarten. Malgrado qualche tratto della sua produzione appaia venato da un
taglio eccessivamente didascalico, il candidato mostra di padroneggiare con
diligenza i molteplici temi affrontati e pertanto risulta senz’altro degno di
attenzione ai fini del presente giudizio comparativo.
Giudizio del commissario Prof. COSTA Mario:
Dagli scritti di Eugenio De Caro emerge la figura di uno studioso attento e serio ma che non sembra aver ancora ben individuato la direzione e il senso complessivo da dare alla sua ricerca. I sui contributi riguardano la storia dell'estetica, che viene ripercorsa a tratti, nel suo apparire nell'antichità o nella sua vera fondazione nella modernità settecentesca, ma consistono anche di tentativi teoreticamente più impegnati ma contraddistinti da una certa contraddittorietà nei loro punti di applicazione: accanto a testi relativi ad una estetica variamente fenomenologica compaiono infatti altri testi appartenenti ad ambiti di ricerca identificabili come "antropologia estetica" e "antropologia dell'arte", ed altri ancora dedicati ad una estetica dell'inconscio, specie junghiano, autore quest'ultimo dal De Caro particolarmente apprezzato e studiato.
Nel complesso, come si è detto, il De Caro appare come uno studioso colto e dalle ottime qualità di analisi ma ancora in crescita e bisognoso di una autochiarificazione soprattutto relativa ai propri interessi culturali.
Conclusa l’enunciazione dei giudizi individuali dei cinque Commissari, il Presidente apre la discussione in esito alla quale la Commissione perviene alla formulazione, all’unanimità, del seguente giudizio collegiale relativo al candidato De Caro Eugenio.
Dottore di ricerca in problemi storico-teoretici dell'antropologia filosofica. Il candidato si è occupato di estetica antica, di estetica del Settecento e di problemi di filosofia e di psicologia contemporanea, evidenziando buone qualità di analisi e molteplicità di interessi culturali. La serietà del suo impegno fa prevedere ulteriori interessanti sviluppi.
Candidato Marroni Aldo
Giudizio del commissario prof. PERNIOLA Mario
Il candidato è autore di numerose ricerche, che possono essere raggruppate in due settori. Il primo verte intorno all’opera di Pierre Klossowski e altri autori appartenenti alla cultura francese del Novecento. Nel volume Pierre Klossowski (1999) il candidato fornisce una originale e acuta presentazione della multiforme ed enigmatica opera di questo autore, che insieme a Blanchot e a Bataille, è stato tra gli ispiratori della nuova filosofia post-strutturalistica e decostruzionista. L’approccio ermeneutico del candidato è caratterizzato da un forte impianto filosofico, orientato alla focalizzazione di alcuni concetti chiave del pensiero di Klossowski: il simulacro, il circolo vizioso, l’ospitalità, la desoggettivazione. Fanno parte di questo settore la monografia Klossowski e la comunicazione artistica (1993) e gli articoli Luoghi e metamorfosi dell’ospitalità in Klossowski, pubblicato in “Aut aut” n. 236 e Voce del corpo e perversione della carne in Klossowski (1987), nonchè curatele di opere rare di Klossowski. Appartengono anche a questo settore la maggior parte dei saggi contenuti nel volume Inestetiche. Desoggettivazione e conflitto nel sentire contemporaneo (2000) che trattano tra l’altro dell’estetica di Alain e delle poetiche di Jacques Rigaut e di Michel Leiris. Il secondo settore è centrato sull’estetica italiana. Nel volume Filosofie dell’intensità. Quattro maestri occulti del pensiero italiano contemporaneo (1997) il candidato mette a fuoco gli aspetti filosofici dell’opera di Michelstaedter, Cristina Campo, Antonio Sarno e del poeta Dino Campana. Il volume costituisce un importante contributo allo studio delle correnti sotterranee e apparentemente marginali dell’estetica italiana. Infine il candidato si è occupato del pensiero estetico di Melchiorre Delfico con la curatela del volume Nuove ricerche sul bello (1999) che contiene anche un’ampia e molto documentata introduzione all’opera di questo filosofo del Settecento. Nel complesso il candidato presenta un insieme di lavori che sotto l’aspetto metodologico e contenutistico si inseriscono nelle linee di tendenza più sperimentali dell’estetica contemporanea, mostrando maturità e competenza.
Giudizio del commissario prof. FANIZZA Francesco:
Il candidato
presenta un gruppo di pubblicazioni, costituito da quattro volumi e da tre
saggi, tutti incentrati - salvo quello intitolato Filosofia dell'intensità (1997)
e dedicato a "quattro maestri occulti del pensiero italiano
contemporaneo": Carlo Michelstaedter, Antonio Sarno, Cristina Campo e Dino
Campana - sull'opera di Pierre Klossowski. Di quest'ultimo autore il Marroni ha
altresì curato l'edizione italiana dei due volumetti Le ultime fatiche di
Gulliver seguito da Sade e Fourier (1997) e Il mago del nord. Johan
Georg Hamann (2001).
Analizzando l'opera multiforme ed enigmatica del Klossowski, vista sia nella sua parte saggistica così come in quella che riguarda la narrativa e la produzione artistica, e riconoscendola come un contributo essenziale alla cosiddetta attuale "svolta fisiologica dell'estetica", il candidato non ha perci˜ mancato di mettere in evidenza il peso che lo stesso Klossowski ha finito per esercitare su altre posizioni e proposte contemporanee di "inestetici" (cfr. Inestetiche, 2000).
In questo senso ha anche illustrato, con intelligenza ed originalità, i rapporti tra l'opera klossowskiana e la problematica della comunicazione artistica (cfr. Klossowski e la comunicazione artistica, 1993).
Giudizio del commissario prof. DALMASSO Gianfranco:
Il candidato affronta le questioni di linguaggio e di metodo del settore disciplinare attraverso un taglio originale che intende mettere a fuoco problemi di confine in rapporto sia alla gnoseologia, sia all'etica. Pierre Klossowski, a lungo frequentato dal dottr Marroni è il banco di prova di questo impegno. L'itinerario del candidato si amplia successivamente soprattutto nei volumi Filosofia dell'intensità. Quattro maestri occulti del pensiero italiano (1997) e in Inestetiche. Desoggetivazione e conflitto nel sentire contemporaneo (2000), ad una considerazione di nodi centrali del linguaggio estetico che vengono considerati in una prospettiva teoretica conseguendo risultati originali.
Giudizio del commissario prof. BOLLINO Fernando:
Il candidato Aldo Marroni, che collabora da
vari anni con l’Istituto di scienze filosofiche della Facoltà di Lingue e
Letterature Straniere dell’Università di Pescara/Chieti, ai fini del giudizio
comparativo presenta alcuni volumi, fra i quali si segnalano Filosofie
dell’intensità (1997) e soprattutto Inestetiche. Desoggettivazione e
conflitto nel sentire contemporaneo (2000), nonchè varie monografie e saggi
dedicati all’opera e alla complessa personalità di Pierre Klossowski, in
particolare Klossowski e la comunicazione artistica (1993). Ha prodotto
inoltre alcune eccellenti curatele riferibili sia a testi dello stesso
Klossowski sia al trattatello di Melchiorre Delfico, Nuove ricerche sul
bello, opportunamente ricuperato e valorizzato dal candidato con una
lettura ricontestualizzante rigorosa e ben documentata. Emerge, dal complesso
della produzione scientifica di Marroni, una organica e originale linea di
ricerca volta a ripercorrere le tracce di una riflessione filosofica non
accademicamente ingessata, e anche per certi versi eccentrica, che contesta
alla radice il primato cartesiano del soggetto. Tale linea di ricerca si viene
coagulando attorno ai temi del sentire estetico, anche nei suoi versanti
fisiologico-corporali, dell’esperienza desoggettivante dell’arte, del problema
dell’immagine e del simulacro, del confronto fra armonia estetica e ripugnanza
inestetica, ecc., il tutto con opportuni riferimenti, oltre che a Klossowski,
anche a pensatori ed artisti quali Nietzsche, Bacon, Rigaut, Leiris, Sarno,
Bataille, Sade, Benjamin. Il candidato è pertanto meritevole della massima
considerazione ai fini del presente giudizio.
Giudizio del commissario Prof. COSTA Mario:
Gli studi e le ricerche di Aldo Marroni si rivolgono, tanto in sede estetologica quanto in quella più generalmente filosofica e teoretica, ad una serie di autori che valgono, nei confronti della più nota e frequentata tradizione culturale dell'Occidente, come momenti radicali ed alternativi nei modi di pensare e di sentire.
La caratteristica comune a tutti gli autori cui egli si riferisce consiste infatti nel rifiuto del dominio della "razionalità" e del "soggetto", e nell'acconsentire alla irruzione delle forze oscure e desoggettivate della sensorialità, delle pulsioni e del desiderio.
La direzione della sua ricerca è duplice: da un lato egli recupera e commenta autori più e meno recenti che gli sembrano rientrare nella linea da lui tracciata (e i testi di Melchiorre Delfico, Antonio Sarno o Jaques Rigaut rispondono perfettamente alle sue tesi), d' altro lato egli segue lo sviluppo più recente di questa stessa linea di pensiero attraverso una serie di autori che vengono o episodicamente ma significativamente evocati (Bataille, Derrida, Fondane…) o tematizzati in proprio in modo monografico ricorrente e ad un crescente livello di approfondimento, come è il caso di Pierre Klossowski.
Tutte le pubblicazioni sono attinenti alle discipline estetologiche; il candidato mostra la piena padronanza degli argomenti trattati e delle rispettive bibliografie, scrive in maniera chiara ed efficace, ed evidenzia una notevole capacità argomentativa e critica.
Conclusa l’enunciazione
dei giudizi individuali dei cinque Commissari, il Presidente apre la
discussione in esito alla quale la Commissione perviene alla formulazione,
all’unanimità, del seguente giudizio collegiale relativo al candidato Marroni Aldo:
Il candidato si è occupato dell'opera del pensatore francese Pierre Klossowski, di aspetti poco conosciuti del pensiero estetico italiano e francese, nonchè di Melchiorre Delfico, opportunamente ricuperato e valorizzato con una lettura ricontestualizzante rigorosa e ben documentata. La sua attività mostra maturità , competenza, originalità e piena padronanza degli argomenti trattati.
Candidato Milani Raffaele
Giudizio del commissario prof. PERNIOLA Mario
Ricercatore confermato presso l’Università di Bologna
con l’affidamento di Storia dell’estetica e di Storia della fotografia. Il
candidato presenta alcuni volumi e
numerosi saggi. Una parte cospicua
della sua produzione verte sull’estetica del cinema: all’interno di questo
settore si segnalano il volume Il cinema underground americano (1978),
in cui si delinea la storia di questo genere da Maya Deren fino al cinema
espanso. Presenta inoltre l’opera in
due volumi Il cinema tra le arti. Teorie e poetiche (1985), in cui sono
presi in esame alcuni nodi teorici e storici (come il rapporto tra lo
sperimentalismo e la poetica dell’immaginario, la retorica dell’immagine, il
cinema surrealista, l’opera di Andy Warhol),
nonchè il volumetto Tecniche dello sguardo. Filmologia ed estetica
comparata (1988) che affronta questioni come il passaggio dal video al
multimediale e l’estetica della paura. Un altro ambito di interesse del
candidato riguarda la categorizzazione dell’esperienza estetica; a questo
settore vanno riportati il libro Le categorie estetiche (1991), utile
compendio delle nozioni fondamentali che orientano e caratterizzano la
riflessione nell’universo delle arti, nonchè il volume Il pittoresco.
L’evoluzione del gusto tra classico e romantico (1997) che costituisce una
esauriente puntualizzazione teorica e ricostruzione storica della categoria del
pittoresco nel XVIII secolo. Su questi argomenti egli è intervenuto anche in
altre sedi con saggi introduttivi a cataloghi, presentazioni, articoli, voci di
enciclopedia etc. Inoltre va segnalato il lavoro Il fascino della paura
(1998). Merita infine attenzione una sua introduzione all’opera di Souriau La
corrispondenza delle arti (1988) e ai problemi connessi.
Giudizio del commissario prof. FANIZZA Francesco:
Il candidato, ricercatore confermato, insegna Storia dell'Estetica nell'Università di Bologna. Attualmente insegna anche Fenomenologia degli stili nella Scuola di Specializzazione (Facoltà di Lettere e Filosofia) della stessa Università.
Nel suo curriculum scientifico, ad un iniziale e quasi esclusivo lavoro sulle teorie e sulle poetiche del cinema (Il cinema underground americano, 1978; Il cinema tra le arti, 1985), relativo, altresì, al rapporto tra filmologia ed estetica comparata (Tecniche dello sguardo, 1988), ha fatto seguito, nel 1991, un'utile anche se non sempre ineccepibile compilazione di un elenco delle principali categorie dell'estetica moderno-contemporanea (cfr. Le categorie estetiche). Gli ultimi suoi più significativi lavori, oltre che da un volume dedicato all'invenzione del gotico dal rococò al trash" (cfr. Il fascino della paura, 1998), sono costituiti da un'agile presentazione storica della categoria del "pittoresco" (Il pittoresco. L'evoluzione del gusto tra classico e romantico, 1996) e da un volume riguardante le dottrine del paesaggio, a partire dal periodo preromantico sino ad oggi (cfr. L'arte del paesaggio, 2001).
Giudizio del commissario prof. DALMASSO Gianfranco:
Ricercatore di estetica nell'Università di Bologna. I suoi interessi vertono in modo prevalente sui problmei della visione ed in particolare sul linguaggio cinametografico. Sono degni di rilievo i saggi sul concetto di bellezza pittoresca esaminato sia nel barocco sia nell'età romantica, riguardo soprattutto al rapporto fra l'immagine e il "bello di natura". Il candidato documenta vivacità di interessi e buona qualità di impegno e di metodo.
Giudizio del commissario prof. BOLLINO Fernando:
Il candidato Raffaele Milani, ricercatore confermato presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Bologna, insegna Storia dell’estetica (supplenza) nel medesimo Ateneo. Ai fini del presente giudizio comparativo presenta diversi volumi, fra i quali si segnalano in particolare: Il cinema tra le arti (1985), uno studio sulle teorie e poetiche del film sperimentale orientato a cogliere le suggestioni di una estetica intercodice; Le categorie estetiche (1991), opera di notevole impegno sia sul piano teorico che storiografico, anche se non del tutto esente da qualche squilibrio; Il pittoresco (1996) e L’arte del paesaggio (2001) che vertono principalmente sul rapporto fra bello naturale e artistico e sull’estetica del paesaggio nei suoi risvolti teorici e nelle sue testimonianze storiche. Da segnalare, inoltre, l’eccellente curatela del trattato di F. Souriau, La corrispondenza delle arti (1988) che sembra aver rappresentato, per il candidato, uno snodo decisivo nel suo ricco e ben articolato percorso di ricerca volto a saggiare i limiti fra le arti, le loro differenze, i loro intrecci, in una prospettiva generale di tipo estetico-comparatistico. Risulta, inoltre, dal curriculum, un’intensa attività di iniziative culturali e di partecipazione a convegni. Pertanto il candidato è degno di particolare attenzione ai fini del presente giudizio.
Giudizio del commissario Prof. COSTA Mario:
Dai contributi a stampa di Raffaele Milani emerge la figura di uno studioso versatile e che si muove con agilità tra i più vari argomenti estetologici. Accanto ad un prevalente interesse per l'estetica del paesaggio appaiono infatti argomenti come la corrispondenza tra le arti, il pittoresco, il gotico, la filmologia, il video…. E' dubbio che una tale quantità e varietà di contenuti possa essere trattata con un adeguato e sufficiente grado di profondità.
Conclusa l’enunciazione dei giudizi individuali dei cinque Commissari, il Presidente apre la discussione in esito alla quale la Commissione perviene alla formulazione, all’unanimità, del seguente giudizio collegiale relativo al candidato Milani Raffaele
Ricercatore confermato presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Bologna, insegna Storia dell’estetica (supplenza) nel medesimo Ateneo. Dopo studi dedicati all'estetica del cinema, si è rivolto specialmente alla storia di categorie estetiche. Particolare attenzione ha dedicato all'estetica del paesaggio; ha svolto un ampio lavoro su molti argomenti , mostrando versatilità e ricchezza di interessi.
Candidato Panza Pierluigi:
Giudizio del commissario prof. PERNIOLA Mario
Cultore di estetica, il candidato si è occupato di Leon Battista Alberti, Piranesi e altri autori e di problemi di storia dell'architettura, con competenza e precisione.
Giudizio del commissario prof. FANIZZA Francesco:
Il candidato, laureato in architettura e in filosofia, collabora con la cattedra di estetica dell'università statale di Milano. Studioso di storia dell'architettura, dopo aver pubblicato il volume su Antichità e resstauro nell'Italia del Settecento (1990) e curato gli Scritti di storia e teoria dell'arte di G.B. Piranesi (1993), ha pubblicato nel 1994 un volume su LeonBattista Alberti. Filosofia e teorie dell'arte, nel quale, rifacendosi ai risultati della più autorevole letteratura albertiana, ha fornito un'interpretazione moderna dei vari aspetti dottrinari nei quali si articola la riflessione sulle arti. Successivamente, tornando ad occuparsi ancora una volta soprattutto dello stesso Piranesi, ha inteso vedere nell'unico intervento architettonico dovuto a quest'ultimo (il rifacimento della chiesa di Santa Maria del Priorato a Roma), la conferma delle tesi enunciate in "Della Magnificenza ed architettura de' Romani".
Giudizio del commissario prof. DALMASSO Gianfranco:
Le ricerche del candidato riguardano soprattutto problemi relativi alla storia dell'architettura. Degna di rilievo la monografia sulla teoria dell'arte in L.B. Alberti, che esamina il rapporto tra il linguaggio artistico e le riflessioni filosofiche e morali nell'opera albertiana. Il candidato dimostra impegno di lavoro e serietà di metodo.
Giudizio del commissario prof. BOLLINO Fernando:
Laureato in architettura e dottore di ricerca in Conservazione dei Beni architettonici, il candidato ha intrattenutop rapporti di collaborazione col Politecnico di Milano. Attualmente è professore a contratto di estetica presso quella università. Svolge ,inoltre attività pubblcistica in qualità di giornalista del "Corriere della Sera". Presenta alcune monografie tra cui si segnala "Piranesi architetto" (1998), nonchè saggi, antologie e curatele prevalentemente incentrate su tematiche ed autori, tra cui L.B. Alberti, propri dell'estetica dell'architettura. In quest'ambito specifico, il candidato mostra buona competenza storiografica, ma non sempre riesce a cogliere adeguatamente i risvolti teorici delle problmeatiche affrontate. Il candidato è degno di qualche attezione ai fini del presente giudizio.
Giudizio del commissario Prof. COSTA Mario:
Pierluigi Panza si è occupato sopratutto di storia e di estetica dell'architettura ed ha analizzato una serie di tematiche e di autori muovendosi con disinvoltura nelle relative bibliografie critiche ed attivando strumenti metodologici generalmente corretti.
Conclusa l’enunciazione
dei giudizi individuali dei cinque Commissari, il Presidente apre la
discussione in esito alla quale la Commissione perviene alla formulazione,
all’unanimità, del seguente giudizio collegiale relativo al candidato: Panza
Pier Luigi
Dottore di ricerca in Conservazione dei Beni architettonici, si è occupato soprattutto di storia e di estetica dell'architettura, analizzando una serie di tematiche e di autori muovendosi con disinvoltura nelle relative bibliografie critiche ed attivando strumenti metodologici generalmente corretti.
Candidato Troncon Renato
Giudizio del commissario prof. PERNIOLA Mario
Ricercatore
confermato di Estetica presso l’Università di Trento. L’attività scientifica
del candidato è focalizzata su temi di estetica antropologica ed applicata. In
tale quadro il suo contributo più
rilevante è il volume Studi di antropologia filosofica. La filosofia
dell’inquietudine (1991), in cui studia
il pensiero di Herder, Kleist, Plessner, Gehlen, Della Porta. In questo
vengono analizzati tra l'altro i rapporti tra uomo e natura, tra tempo e
movimento, tra mito e rito. Il candidato mostra competenza e precisione di
giudizio. Altro argomento di ricerca è la storia della teoria dei colori in
Goethe, in Runge, in cui mostra ottime
capacità di ricerca. Anche in questi lavori il candidato rivela maturità
scientifica.
Giudizio del commissario prof. FANIZZA Francesco:
Il candidato, ricercatore di Estetica presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Trento, ricopre per affidamento dal 1996, presso la stessa Facoltà, l'insegnamento di Estetica. In precedenza ha svolto tra l'altro, negli anni 1981-1985, l'attività di docente incaricato (Lehrbeauftragter) di Teoria dell'arte e Letteratura artistica presso l'Istituto di Storia dell'arte dell'Università di Erlangen-Nyrnberg.
Nel corposo gruppo di lavori che il candidato
presenta, va particolarmente segnalato il volume del 1991 intitolato Studi
di antropologia filosofica .
Ai fini, inoltre, del presente concorso, vanno presi in considerazione sia alcuni saggi di estetica, sia, soprattutto, le traduzioni, debitamente introdotte, della Teoria dei colori e della Storia dei colori di Goethe, de La sfera del colore di Runge e de I cento aforismi di Marc.
Con alle spalle una serie di approfondite esperienze di ordine non solo artistico, equamente divise tra l'area della cultura filosofica ed estetica tedesca e quella della cultura italiana, il candidato, procede ad un'intelligente ed originale opera di "riedificazione" della tematica estetica.
Giudizio del commissario prof. DALMASSO Gianfranco:
Ricercatore confermato di Estetica presso l’Univesità di Trento. Il dottor Troncon documenta un itinerario di ricerca ricco e molteplice. Le sue indagini spaziano dalla teoria dei colori di Goethe ai concetti di natura e di ambiente e ad altri problemi di confine tra linguaggi estetici e linguaggi teorici. Nella sua articolata produzione il candidato dimostra una riflessione matura sull'assetto metodologico dell'estetica come disciplina, ottenendo risultati originali.
Giudizio del commissario prof. BOLLINO Fernando:
Il
candidato Renato Troncon, ricercatore confermato presso la facoltà di Lettere e
Filosofia dell’Università di Trento, insegna Estetica (affidamento) nel
medesimo Ateneo nonchè presso l’Istituto Marangoni di Milano. Ai fini del
presente giudizio comparativo presenta un articolato spettro di pubblicazioni
comprendente volumi monografici, saggi e curatele, che insistono
prevalentemente sull’area culturale di lingua tedesca. Si segnalano in
particolare gli studi su Goethe, la teoria dei colori, e la storia
dei colori, che hanno dato luogo, oltre a interventi minori, a eccellenti
edizioni (Saggiatore 1981, Luni 1997) e a raccolte monografiche in sedi
prestigiose (“il verri”, 1981), tutte sapientemente introdotte e curate dal
candidato, e presentate da maestri illustri quali Argan, Anceschi e Dorfles.
Troncon ha prodotto, inoltre, un denso volume sulla Filosofia
dell’inquietudine (1991), che si esemplifica in ricerche su Herder, Kleist,
Plessner, Gehlen, e sul Della Porta teorico della fisiognomica, nonchè vari
altri studi: su Philipp Otto Runge (eccellente la curatela della raccolta La
sfera del colore e altri scritti sull’“arte nuova”, 1985), e, pi in
generale, su tematiche proprie dell’estesiologia e dell’estetica “applicata”
quali quelle del corpo, dell’idea di natura, dei rapporti fra arte e
tecnica/scienza. L’attività di ricerca del Troncon, nel complesso intensa e
coerente, ha fruttato esiti scientificamente validi per rigore di metodo,
originalità di risultati e ricchezza di prospettive. Degna di rilievo anche
l’attiva partecipazione a pertinenti iniziative culturali e a convegni. Si
tratta pertanto di un candidato meritevole della massima attenzione ai fini del
presente giudizio comparativo.
Giudizio del commissario Prof. COSTA Mario:
Renato Troncon muove da una impostazione teoretica generale che tende a riorganizzare il pensiero filosofico intorno ad un'idea ben concreta ed effettuale dell'uomo. I sui studi di "antropologia filosofica" che accanto a contributi canonici come quelli di Herder, Plessner, Gehlen, considerano anche presenze eccentriche come quelle di Della Porta o di von Kleist, o di artisti come Schiele e Franz Marc, valgono come uno stringente tentativo di ricondurre la speculazione filosofica all'imprescindibile fondamento antropologico del pensiero stesso.
E' a partire da queste premesse che Troncon intraprende, a più riprese, un attento e meritevole studio della "teoria dei colori" di Goethe, da lui ritenuto come un vero precursore di ogni "antropologia filosofica".
Ed è a partire da queste premesse di ordine generale che la ricerca estetica di Troncon assume un atteggiamento spregiudicatamente empirico, tale, ad esempio, da non ritrarsi di fronte alla necessità, da lui suggerita, di una analisi estetico-antropologica delle "serrature" e delle "chiavi" o di certe "arti minori" geograficamente collocate, e, più ancora, di fronte alla necessità di una vera riedificazione dell'estetica e del suo raggio d'azione su una base rigorosamente empirica e con dei criteri in vario modo ed efficacemente applicativi.
Tutte le sue pubblicazioni, apparse in generale presso Editori autorevoli e ben noti, sono attinenti all'estetica; la sua maniera espositiva è piana e viva, la sua conoscenza della materia è vasta e profonda.
Conclusa l’enunciazione
dei giudizi individuali dei cinque Commissari, il Presidente apre la
discussione in esito alla quale la Commissione perviene alla formulazione,
all’unanimità, del seguente giudizio collegiale relativo al candidato Troncon Renato:
Ricercatore confermato di Estetica presso l’Università di Trento, Le sue indagini spaziano dalla teoria dei colori di Goethe ai concetti di natura e di ambiente e ad altri problemi di confine tra linguaggi estetici e linguaggi teorici. Nella sua articolata produzione, il candidato dimostra una riflessione matura sull'assetto metodologico dell'estetica come disciplina, ottenendo risultati originali. e scientificamente validi per ricchezza di prospettive.
Terminate le operazioni di formulazione e discussione dei giudizi individuali e collegiali la seduta è tolta alle ore 19,30 e la Commissione si riconvoca per il giorno 4 Giugno 2003, alle ore 8,30 nella stessa sede per la predisposizione dei temi per la prova didattica e per la discussione dei titoli e della produzione scientifica.
Chieti, 03 Giugno 2003
LA COMMISSIONE:
Prof. PERNIOLA Mario - ordinario, presidente _____________________________
Prof. FANIZZA Francesco - ordinario _____________________________
Prof.
DALMASSO Gianfranco - ordinario
_________________________
Prof. BOLLINO Fernando - associato _____________________________
Prof. COSTA Mario - associato, segretario